Roberto Bramani Araldi

Note personali Presentazione "L'ultima inverna"

Fonte: Scrittrice Annalina Molteni
Data: 10 Maggio 2008
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Note personali alla presentazione di "L’Ultima Inverna"

E’ facile parlare di poesia andando a scomodare il lirismo, lo scavo psicologico, gli abissi di contraddizioni dell’animo umano, più difficile è farlo declinando termini come distonia, o peggio ancora, neoplasia, ma è esattamente quello che mi impone il riferire della presentazione del nuovo libro di poesie di Roberto Bramani Araldi, "L’ultima Inverna", nel quale l’aspetto più originale è stato l’usare il verso come satira di alcuni aspetti della vita sociale e degli ambienti di lavoro.

A un esame superficiale si potrebbe parlare di ironia tout court, da consumare con il sorriso sulle labbra come un divertimento intellettuale e un po’ snob, ma la mia impressione che è che l’Autore sia andato ben al di là di questo.

Il suo uomo- animale è il simulacro del "genio umano" (inteso come metafora dell’uomo che all’origine ha in sé potenzialità enormi e doti infinite) che viene calcinato, come le "rose di Atacama" bruciate dal sole del deserto, dall’interesse, dalla speculazione, dallo sfruttamento, ma anche dalla stupidità imperante.

Nella prefazione di "L’Ultima Inverna", Gabriele Scaramuzza ha parlato di "poesia éngagé", con venature di quella "severità lombarda" tipicamente manzoniana.

Sono d’accordo. Ma è una severità da uomo tra gli uomini e non da predicatore. Da soldato e non da stratega da tavolino.

Bramani Araldi ha, infatti, una sua particolare "sensibilità combattiva".

Anche nelle sue poesie più tradizionalmente "liriche", le sue percezioni, pur sollecitate dai luoghi incantevolmente belli della sponda magra del Lago Maggiore, non si acquietano nella contemplazione pura, ma trovano la via di una consapevolezza inquieta. Come se i versi fossero, ognuno, il frammento di una concrezione che, sbucciata di strato in strato, alla fine svela il nucleo di precipitazione che ne è stata l’origine, ma ugualmente non da ragione del perché, a un certo punto, il processo di aggregazione abbia avuto inizio.

Annalina Molteni - Scrittrice

Roberto Bramani Araldi

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