"Inverna", brezza ispiratrice del Lago Maggiore
(a.d.g.) - L’ultima fatica del poeta milanese trapiantato a Brezzo di Bedero merita - più che una recensione – un’analisi attenta che vada oltre la normale esposizione dei temi trattati e una critica per così dire letteraria. In "L’ultima Inverna" c’è di più, al di là delle annotazioni spontanee di Bramani, di un suo certo modo, a volte intricato, di comunicare, quasi a costringere il lettore a seguirne con diligenza e pazienza lo scorrere dei pensieri.
Del cantore lacustre va apprezzata, più che l’esposizione poetica, spesso selvaggia e quindi spontanea, la capacità di produrre, a volte quando meno te lo aspetti, immagini ed emozioni. Allora occorre leggere i suoi versi senza la pretesa di capirne subito l’essenza e rimanere in attesa del lampo di genio, dell’immagine che ti cattura, dell’emozione che sale dal profondo.
Ecco allora, se si scorre "L’ultima Inverna" con questo animo, che la lettura si fa avvincente, che si aspetta il colpo di scena dietro l’angolo, la visione di un lago colorato con "l’indaco intenso al cielo carpito", una marea di "cesti di vimini confezionati / da moltitudini d’anonime mani, / intrecciati di destini oscuri".
A ispirare il poeta-manager (Bramani nella vita è un personaggio) è soprattutto il lago e i suoi siti, un pretesto per le sue riflessioni. Come quando, sul golfo di Laveno, le luci, la sera, si spengono e "rimangono le fantasie, / create per vivere, /o per fingere una vita, / solo sperata, / mai sfiorata...". "L’ultimo battello / solca l’acque ancor più scure / e la scia di spuma, /ignota agli sguardi, / pietosa copre / le spente illusioni."
Sono tutte da scoprire, dunque, tra un verso e l’altro, immagini e sentimenti. Come quello, tenero, rivolto a una donna, Silvana, a conclusione di un paesaggio dipinto con le parole: "e mi è di conforto / immaginarti adagiata / fra cirri lattescenti / a contemplare / ciò che ci aveva tanto uniti."
Ma Bramani, sempre con le parole, si rivela anche ottimo fotografo: "Cime imbiancate di fresca neve, / si affacciano, / consapevoli di maestosità, / fra brulle colline, / che ancora celano il lago, / nel mentre nubi nebbiose / aprono fessure / al tiepido sole invernale. "
Lasciamo allora a chi vorrà lasciarsi accarezzare da "L’ultima Inverna", la brezza che spira sul lago Maggiore nei pomeriggi estivi, scoprire gli altri lati del poeta e un pudore che lo fa ricorrere improvvisamente ad espressioni frammiste ma immediatamente comprensibili: "E l’escalier de la solitude, / escalier vers le ciel / verso l’ultima solitudine / si tu ne seras pas / avec moi."
Nell’ultima parte dell’opera Bramani ha un inaspettato, amaro guizzo che mette in evidenza come, al mondo, non tutto è poesia.
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(Foto CdG)
Roberto Bramani Araldi è nato a Milano dove si è laureato presso la Facoltà di Scienze dell'Università degli Studi. E’ uno sportivo (esperto di motori) tanto da collezionare collaborazioni, tra l’altro, con "La Gazzetta dello Sport" e "La Prealpina" di Varese. Ha pubblicato alla fine degli anni Ottanta il racconto "La macchina grigio-ral" e nel 1997 la prima raccolta di poesie "Castelveccana" (ristampato più volte). Nel 2001, sempre per la Otma, vedono la luce i versi "Da Caldé lungo la Valtravaglia" (seconda edizione ne1 2006). Sue composizioni vengono pubblicate, dal 1998 ad oggi, dalla "Agenda dei Poeti". E’ condirettore della rivista "Aupi news", sulla quale pubblica recensioni.
Dal 2002 presiede la Giuria del Premio Internazionale di Poesia "Agenda dei Poeti" e partecipa come giurato ad altri importanti concorsi letterari. E’ relatore di opere letterarie presso il Centro S. Fedele di Milano e, a Brezzo di Bedero, alla "Sala Paul Baumgartner". Non dimentico della sua formazione professionale, collabora con un magazine scientifico a diffusione internazionale. (www.bramaniaraldi.com).
La raccolta di poesie "L’ultima Inverna" - la cui prefazione si deve al prof.Gabriele Scaramuzza, Ordinario di Estetica alla Facoltà di Lettere e Filosofia – il 10 maggio è stata presentata a Milano, al Circolo Alessandro Volta, dallo scrittore Carlo Severgnini. A sottolinearne la lirica è stato il maestro Adalberto Maria Riva ("Momenti musicali" di Cuveglio) che, al pianoforte, si è affidato alle musiche di Chopin, Debussy e Beethoven.
Roberto Bramani Araldi è tra gli autori della seconda edizione della raccolta "101 Poesie d'amore"
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